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EY Capri: indagine Agi-Censis sulla cultura dell’innovazione
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L’indagine Agi-Censis “Rapporto sulla cultura dell’innovazione degli italiani” è stata presentata in apertura dell’EY Digital Summit 2017 da Riccardo Luna, Direttore AGI, e Giorgio De Rita, Segretario Generale Censis.

Il lavoro Agi-Censis è stato realizzato su un campione rappresentativo di 2.000 italiani dai 18 agli 80 anni con un errore statistico del +/- 2,2%. L’obiettivo è stato quello di indagare sui motivi dell’insoddisfazione dei cittadini ed elenca i fattori ritenuti indispensabili per un miglioramento dell’efficienza, misurando l’effettivo utilizzo dei principali servizi digitali offerti dagli enti pubblici e cercando di scoprire le aspettative e i timori dei cittadini verso la trasformazione digitale in corso. Nell’ipotesi in cui in futuro alcuni servizi pubblici vengano resi accessibili esclusivamente via web, il 23,5% degli italiani non saprebbe come risolvere il problema.

Nel 94,1% dei casi le funzioni ICT all’interno dei Comuni italiani sono svolte, anche solo in parte, da fornitori esterni all’amministrazione e i servizi di front office digitalizzati sono presenti in meno del 50% dei Comuni.

Oltre la metà dei cittadini giudica l’operato della Pa in maniera negativa. Il 18% ritiene che il funzionamento sia addirittura “pessimo” mentre il 24% lo ritiene accettabile. Soltanto una quota residuale pari al 3% del totale si ritiene soddisfatta.

Sono quattro i fattori principali alla base dell’insoddisfazione per i servizi erogati dalla Pa: organizzativo, umano, politico e burocratico. La maggioranza della popolazione (59%) ritiene che la situazione sia complessivamente stabile. Il 27% ritiene che l’esperienza generale sia addirittura peggiorata mentre soltanto il 14% dichiara di aver notato negli ultimi due anni un miglioramento.

L’uso dei servizi online offerti dalle principali istituzioni o aziende pubbliche rimane tutt’oggi limitato fra gli italiani. Spiccano per soddisfazione i servizi online offerti dalle scuole e dalle università con il 70% circa degli utenti che riporta un giudizio positivo.

È pari al 44,6% la quota di chi afferma di non aver fatto ricorso ai servizi online perché preferisce il rapporto diretto con l’operatore allo sportello. Molto simile (40,4%) anche la quota di chi viene di fatto escluso dalla possibilità di utilizzare i servizi online.

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