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Cybersecurity: le imprese anti-hacher sono quasi 3.000
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Secondo un’elaborazione di Unioncamere-InfoCamere sui dati del Registro delle imprese delle Camere di commercio, Le imprese anti-hacker italiane sfiorano ormai quota 3mila unità e continuano a crescere. I nostri paladini della cybersecurity negli ultimi due anni e mezzo hanno infatti messo a segno un incremento superiore al 6% dopo il vero e proprio balzo conosciuto nel 2017-2019 (+300%); è proseguito anche l’aumento nel numero degli addetti (+7.000 tra il 2018 e il 2020), passati da 21.500 a 28.400 unità, corrispondenti a una media di 15 addetti per azienda.

La concentrazione più elevata di “custodi digitali” si registra nel Lazio, dove al 30 settembre scorso avevano sede 679 imprese (il 23% del totale). Al secondo posto c’è la Lombardia (con 535 imprese residenti alla fine di settembre). Seguono, per diffusione di imprese anti-hacker, Campania, Sicilia e Veneto (con, rispettivamente, 304, 207 e 194 imprese).

Sul fronte degli addetti, le imprese che hanno creato più opportunità di lavoro sono localizzate in Lombardia, Lazio e Trentino Alto Adige che, con i loro 18mila addetti, rappresentano il 64% di tutto il settore. La Campania, al sesto posto in questa classifica, è la prima tra le regioni del Mezzogiorno con 1.474 addetti e il 5,2% del totale.

Dal punto di vista delle performance finanziarie, analizzando i bilanci delle 815 imprese del comparto costituite nella forma di società di capitale e che hanno presentato il bilancio negli ultimi tre anni (il 32% del totale), nel 2020 il valore della produzione è stato di quasi 3 miliardi di euro, in crescita del 58,8% rispetto a quello realizzato dalle stesse imprese nel 2018. In media, ciò equivale ad un valore della produzione di circa 3,7 milioni di euro pro-capite per le aziende della cyber-security tricolore. Con 1.3 miliardi (il 44,8% del totale), è il Lazio che si colloca sul gradino più alto del podio per fatturato realizzato dalle imprese del comparto. Solo seconda la Lombardia con 754 milioni, mentre la terza regione, molto distaccata, è l’Emilia-Romagna (294 milioni).

 

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