Decennio digitale europeo: il percorso stabilito dalla Commissione Europea
PRIMO PIANO 10 Marzo 2021 digitalvoice
La Commissione ha presentato la visione, gli obiettivi e le modalità per conseguire la trasformazione digitale dell’Europa entro il 2030, che sarà fondamentale anche ai fini della transizione verso un’economia a impatto climatico zero, circolare e resiliente. L’ambizione dell’UE è conseguire la sovranità digitale in un mondo aperto e interconnesso e perseguire politiche per il digitale che conferiscano ai cittadini e alle imprese l’autonomia e la responsabilità necessarie per conseguire un futuro digitale antropocentrico, sostenibile e più prospero. A tal fine è necessario porre rimedio alle vulnerabilità e alle dipendenze, come pure accelerare gli investimenti.
La bussola per il digitale dell’Europa
Per tradurre le ambizioni digitali dell’UE per il 2030 in termini concreti, la Commissione propone una bussola per il digitale concepita attorno a quattro punti cardinali:
1) cittadini dotati di competenze digitali e professionisti altamente qualificati nel settore digitale. Entro il 2030 almeno l’80% della popolazione adulta dovrebbe possedere competenze digitali di base e 20 milioni di specialisti dovrebbero essere impiegati nell’UE nel settore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, con un aumento del numero di donne operative nel settore;
2) infrastrutture digitali sostenibili, sicure e performanti. Entro il 2030 tutte le famiglie dell’UE dovrebbero beneficiare di una connettività Gigabit e tutte le zone abitate dovrebbero essere coperte dal 5G; la produzione di semiconduttori sostenibili e all’avanguardia in Europa dovrebbe rappresentare il 20% della produzione mondiale; 10 000 nodi periferici a impatto climatico zero e altamente sicuri dovrebbero essere installati nell’UE e l’Europa dovrebbe dotarsi del suo primo computer quantistico;
3) trasformazione digitale delle imprese. Entro il 2030 tre imprese su quattro dovrebbero utilizzare servizi di cloud computing, big data e intelligenza artificiale; oltre il 90% delle PMI dovrebbe raggiungere almeno un livello di base di intensità digitale e dovrebbe raddoppiare il numero di imprese “unicorno” nell’UE;
4) digitalizzazione dei servizi pubblici. Entro il 2030 tutti i servizi pubblici principali dovrebbero essere disponibili online, tutti i cittadini avranno accesso alla propria cartella clinica elettronica e l’80% dei cittadini dovrebbe utilizzare l’identificazione digitale (eID).
La bussola definisce una solida struttura di governance comune con gli Stati membri, basata su un sistema di monitoraggio con relazioni annuali che prevedono un sistema a “semafori”. Gli obiettivi saranno sanciti da un programma strategico da concordare con il Parlamento europeo e il Consiglio.
Progetti multinazionali
Al fine di colmare in modo più efficace le lacune nelle capacità critiche dell’UE la Commissione agevolerà il varo rapido di progetti multinazionali in cui confluiscano investimenti provenienti dal bilancio dell’UE, dagli Stati membri e dall’industria, a integrazione del dispositivo per la ripresa e la resilienza e di altri finanziamenti dell’UE. Gli Stati membri si sono impegnati, nei rispettivi piani per la ripresa e la resilienza, a destinare almeno il 20% alla priorità digitale. Tra i progetti multinazionali di possibile realizzazione figurano un’infrastruttura di elaborazione dati paneuropea interconnessa, la progettazione e la diffusione di processori a consumo ridotto affidabili di prossima generazione o le amministrazioni pubbliche connesse.
Diritti e principi digitali per i cittadini europei
I diritti e i valori dell’UE sono al centro del modello europeo dell’UE per il digitale, incentrato sulla persona, e dovrebbero trovare pieno riscontro nello spazio online, al pari di quanto accade nel mondo reale. È per questa ragione che la Commissione propone l’elaborazione di un quadro di principi digitali, quali l’accesso a una connettività di alta qualità, a competenze digitali sufficienti, a servizi pubblici e a servizi online equi e non discriminatori, che, più in generale, garantirà che gli stessi diritti applicabili nel mondo offline possano essere pienamente esercitati online. Detti principi sarebbero discussi in un dibattito pubblico di ampia portata e potrebbero essere sanciti da una dichiarazione interistituzionale solenne del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione, che trarrebbe spunto dal pilastro europeo dei diritti sociali, integrandolo. La Commissione propone infine di monitorare mediante un Eurobarometro la percezione da parte dei cittadini europei del rispetto dei loro diritti digitali.
Un’Europa digitale nel mondo
La trasformazione digitale pone sfide globali. L’UE lavorerà per promuovere la propria agenda digitale positiva e antropocentrica in seno alle organizzazioni internazionali e attraverso partenariati digitali internazionali forti. La combinazione degli investimenti interni dell’UE e dei significativi finanziamenti disponibili nell’ambito dei nuovi strumenti di cooperazione esterna consentirà all’UE di lavorare con partner in tutto il mondo per conseguire obiettivi globali comuni. La Commissione ha già proposto l’istituzione di un nuovo Consiglio UE-USA per il commercio e la tecnologia.
Dichiarazioni di alcuni membri del Collegio
Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione, ha dichiarato: “L’Europa dispone di un’opportunità unica per ricostruire meglio. Grazie al nuovo bilancio pluriennale e al dispositivo per la ripresa e la resilienza, abbiamo mobilitato risorse senza precedenti da investire nella transizione digitale. La pandemia ha dimostrato quanto le tecnologie e le competenze digitali siano fondamentali per il lavoro, lo studio e la vita sociale, mettendo in evidenza gli aspetti che dobbiamo migliorare. Dobbiamo adesso fare di questo decennio il decennio digitale europeo affinché tutti i cittadini e le imprese possano avere accesso a quanto di meglio può offrire il mondo digitale. La bussola per il digitale presentata ci indica chiaramente la rotta da seguire per realizzare questo obiettivo.”
Margrethe Vestager, Vicepresidente esecutiva per Un’Europa pronta per l’era digitale, ha dichiarato: “Il documento pubblicato rappresenta l’inizio di un processo di inclusione. Assieme al Parlamento europeo, agli Stati membri e agli altri portatori di interessi, lavoreremo affinché l’Europa diventi il partner prospero, determinato e aperto che vogliamo che sia a livello mondiale e per far sì che ciascuno di noi possa beneficiare appieno del benessere generato da una società digitale inclusiva.”
Thierry Breton, Commissario per il Mercato interno, ha dichiarato: “Come continente l’Europa deve garantire che i suoi cittadini e le sue imprese abbiano accesso a una gamma di tecnologie all’avanguardia che renderanno la loro vita migliore, più sicura e persino più ecologica, a patto che siano dotati delle competenze necessarie per utilizzarle. È così che daremo vita insieme a un’Europa resiliente e sovrana dal punto di vista digitale nel mondo post-pandemia. Siamo entrati nel decennio digitale europeo.”
Nella foto (repertorio 2019) Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione