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EY CEO Outlook Pulse: In Italia CEO più consapevoli che all’estero della necessità di investire su IA e sostenibilità
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È quanto emerge dall’EY CEO Outlook Pulse che ha registrato le opinioni di oltre 1200 CEO in tutto il mondo (dei quali 50 in Italia) sulle prospettive, sfide e opportunità delle aziende italiane e internazionali.

Inflazione e riduzione dei consumi, aumento dei tassi d’interesse e diminuzione della disponibilità di credito, tensioni commerciali: il contesto macroeconomico a livello globale resta sfidante e il 62% degli amministratori delegati italiani prevede una temporanea flessione – moderata o grave – del mercato primario in cui opera.

Più della metà (52%) è preoccupato per i cambiamenti nel panorama geopolitico, in particolare per la frammentazione dell’economia globale e le restrizioni al commercio internazionale o agli investimenti esteri

Le trasformazioni indotte dall’Intelligenza Artificiale (IA) irrompono nell’agenda dei manager italiani: il 64% sta investendo attivamente sull’IA .

Italia in prima linea anche sulla sostenibilità: il 36% dei CEO italiani dichiara di dare priorità agli investimenti sostenibili nella propria strategia di allocazione del capitale.

Il 62% degli amministratori delegati italiani considera joint venture e alleanze con partner strategici uno strumento chiave per la crescita

“Nonostante l’attuale contesto macroeconomico e geopolitico ponga ancora una volta le aziende di fronte a una molteplicità di rischi esterni e interconnessi, i CEO – e in particolar modo quelli italiani – stanno reagendo con ottimismo, con il 46% (contro il 31% a livello globale) deciso a trasformare i modelli operativi e di business. In questa trasformazione risulta chiaro il ruolo decisivo attribuito all’intelligenza artificiale, in relazione alla quale si dimostrano più avanti nel riconoscerne le opportunità rispetto ai colleghi di altri Paesi. Lungimiranti anche per quanto riguarda la sostenibilità: il 64% dei CEO italiani, in percentuale quasi doppia rispetto ai CEO a livello globale, investe risorse sostanziali per garantire valore di lungo termine ad azionisti e aziende” – commenta Massimo Antonelli (NELLA FOTO) , CEO di EY in Italia e COO di EY Europe West.

Marco Daviddi, Strategy and Transactions Managing Partner di EY in Italia, commenta: “Il complesso contesto geopolitico sta mettendo in crisi alcuni equilibri consolidati nel tempo; per le aziende questo vuol dire, ad esempio, ridefinire i mercati target in cui operare, riorganizzare gli approvvigionamenti di materie prime e prodotti e affrontare nuove sfide tecnologiche. I manager hanno ben compreso che per accelerare in queste direzioni la leva transazionale è importante; infatti il 90% dei CEO italiani intende utilizzarla, anche se prevale, in questa fase di mercato caratterizzata da tassi elevati, alti costi della liquidità e incertezze valutative, l’intenzione di ricorrere alle JV e alle alleanze strategiche, rispetto alla tradizionale attività M&A. Ad ogni modo, questa rimane per molti manager l’opzione da percorrere specie quando si vuole accelerare il riposizionamento su mercati geografici target. È infatti molto interessante notare come, nonostante uno scenario transazionale che vede a livello globale e in Europa un sostanziale freno dell’attività, le aziende italiane stanno continuando a perseguire attività M&A a livello internazionale, acquistando asset su mercati non domestici. Nei primi nove mesi del 2023 sono circa 160 le operazioni che hanno visto come acquirente aziende italiane e come target aziende estere, con un controvalore investito superiore a 11 miliardi di euro, in crescita di circa il 6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Un dato in controtendenza che testimonia la vitalità del nostro sistema produttivo”.

 

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