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Il ruolo dei software nel processo di digitalizzazione dell’economia italiana
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Sono stati anticipati  a Roma i primi risultati della ricerca degli Osservatori Digital Innovation della School of Management del Politecnico di Milano in collaborazione con AssoSoftware sul ruolo dei software nel processo di digitalizzazione dell’Italia e di efficientamento della Pubblica Amministrazione.

Nel 2021, le aziende che operano in Italia nell’ambito del software e dei servizi a esso correlati, hanno generato un fatturato di 51,3 miliardi di euro, in crescita del 14% rispetto a quanto registrato nel 2020. Le PMI e le grandi imprese rappresentano l’86% del mercato, per un totale di 44,2 miliardi di euro, mentre le microimprese arrivano a 7,1 miliardi.

Il comparto dei produttori di software gestionale per imprese e per le PA vale 19,9 miliardi di euro e impiega circa 133.000 dipendenti.

AssoSoftware è partner strategico per le politiche governative poiché le aziende associate producono software che creano una forte interrelazione tra le Istituzioni e aziende private.

Pierfrancesco Angeleri (NELLA  FOTO) , Presidente AssoSoftware  ha detto  “Il software oggi è una leva fondamentale per aumentare la competitività delle imprese, l’efficienza nella PA e l’occupazione ma dalla ricerca emerge che nell’adozione dei software nelle PMI e nella PA c’è un gap da colmare al più presto attraverso incentivi da parte della politica per l’adozione del software, per le attività di R&S e per la formazione sul digitale”.

Sulla base dell’indice della digitalizzazione dell’economia e della società (DESI), attualmente l’Italia è al 18° posto in Europa con un punteggio di 49,3 – 3 punti in meno rispetto alla media europea, pari a 52,3.

L’Italia si trova al 18° posto nella classifica Europea anche e soprattutto per il sistema industriale, dal momento che quasi il 97% delle imprese rientra nella categoria PMI sotto i 50 dipendenti. Dobbiamo lavorare al potenziamento dell’utilizzo della tecnologia incentivando proprio queste realtà perché il vantaggio generato non è solo di ordine economico ma a beneficio di ogni cittadino: l’evoluzione digitale infatti è necessaria per il benessere della collettività, ma anche per la risoluzione di problemi sociali e ambientali. Il Piano Nazionale per l’Innovazione Digitale (PNID) 2023-2025 nasce con l’obiettivo di adattare il processo alle esigenze del lavoratore e del cittadino; per rafforzare solidità e flessibilità per fronteggiare periodi di crisi; per sviluppare processi circolari per ridurre l’impatto ambientale”. – ha concluso Pierfrancesco Angeleri, Presidente AssoSoftware.

Per arrivare a un’industria italiana 5.0 tra il 2023 e il 2025, AssoSoftware propone di incentivare l’adozione dei software incrementando il credito di imposta al 40% per il triennio 23-25 e incentivando con un ulteriore 10% i progetti di filiera tra imprese e/o PA; incentivare le attività di R&S con un credito di imposta al 40% per i nuovi investimenti in R&S di nuovi prodotti e del 20% per gli investimenti mirati al miglioramento dei prodotti esistenti; incentivare la formazione sul digitale.

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