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Industria 4.0, IBM in prima fila per guidare l’innovazione
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“In atto la quarta rivoluzione industriale, prossimi mesi cruciali”

Industria 4.0, IBM c’è con un ruolo di primo piano. Si capisce bene dalle dichiarazioni a Digital Voice di Stefano Rebattoni, General Manager Global Technology Services di IBM Italia.

Sono passati quasi tre mesi dal varo del Piano Calenda per rilanciare gli investimenti delle imprese nell’ambito di una vera e propria quarta rivoluzione industriale. Quale l’apporto di IBM Italia al mondo produttivo che cambia?

Il Piano Calenda è per noi uno dei migliori mai realizzati, e segue una trasformazione che in molte realtà è stata già tracciata. Si tratta di mettersi al passo con uno scenario globale in radicale cambiamento. Per l’Italia la nuova realtà che si delinea rappresenta una sfida importante, visto che il nostro Paese è secondo solo alla Germania nel settore manifatturiero, e rappresenta a livello europeo il 15,2% del fatturato. Continueremo a lavorare al fianco dei clienti e abbiamo registrato grandi aspettative nei nostri confronti da parte del governo italiano. IBM Italia ha un team dedicato, al suo interno, con competenze trasversali che non dimenticano la sicurezza, ormai fondamentale. Il nostro contributo, quindi, sarà più progettuale e consulenziale che di singolo prodotto.

Il Piano Calenda prevede incentivi e crediti di imposta per chi si investe in innovazione. Considerate le sue misure importanti, vista la congiuntura attuale?

La digitalizzazione del mondo e del business è ormai un fatto irreversibile, quindi bene ha fatto il Governo a prenderne atto e legiferare di conseguenza. In gioco c’è il vero vantaggio competitivo per le aziende e il futuro stesso della loro esistenza, perché il cambio radicale delle regole del gioco può essere al tempo stesso un’opportunità o una minaccia. Tutto dipende dalla disposizione ad aderire ai nuovi schemi della quarta rivoluzione industriale, che stiamo vivendo in pieno e avrà tempi molto più veloci delle tre precedenti. I prossimi dodici-diciotto mesi avranno un’importanza cruciale per quanto riguarda l’implementazione pratica, e i primi tre anni saranno fondamentali per ottenere i risultati sperati e sperabili.

Uno dei pilastri dell’Industria 4.0 è Internet of Things, che rimanda a un’interconnessione generale degli oggetti. Dopo l’avvenuta automazione dei processi, questi mutano in ambito sensoriale. Può parlarcene meglio?

Unendo il mondo dell’IoT con quello del Cognitive computing, nasce il Cognitive IoT. Equivale al poter riuscire ad acquisire dati raccolti attraverso una sensoristica diffusa, ed interpretarli con strumenti cognitivi che riescono a supportare il ciclo di produzione. Il processo impatta l’intera filiera, fino alla relazione con il cliente finale. La sensoristica diffusa può dare la chiave di lettura di quelli che sono i comportamenti, le scelte, le preferenze delle Persone, con conseguenti suggerimenti sui loro percorsi decisionali, anticipando addirittura esigenze o necessità. Trasportiamo sul mondo dell’industria manifatturiera questo tema: per esempio, device interconnessi con altri in un unico sistema possono essere determinanti per manutenzioni preventive con importanti ricadute su efficienza, produttività e ottimizzazione dei costi.

Governare e guidare il cambiamento, dunque. In che modo?

IBM sta portando il suo punto di vista su tavoli istituzionali e nelle Associazioni di categoria, in una logica di ecosistema in cui possano partecipare i nostri Parnter, start up, Università e chiunque voglia avere un ruolo fattivo in questa trasformazione. In particolare, le Università saranno importanti per creare quelle competenze che potrebbero riportare nuove professionalità e lavoro nel nostro Paese in un mondo che remotizza sempre di più.

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