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Intelligenza Artificiale: Meloni all’ONU  “dare applicazione pratica al concetto di “algoretica”, ovvero dare un’etica agli algoritmi”
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Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni (nella foto) ha  rappresentato l’Italia di fronte all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

Meloni inizia il suo discorso affermando “Noi viviamo un’epoca complessa, fatta di emergenze e mutazioni continue, e non possiamo permetterci il lusso delle frasi di circostanza, dei principi decantati ma non attuati, delle scelte facili in luogo di quelle giuste.
Dobbiamo tornare al senso profondo di ciò che ha dato vita a questo luogo, la Comunità delle Nazioni e dei popoli che si riconoscono nella Carta delle Nazioni Unite del 1945, nata per trovare soluzioni condivise che potessero garantire pace e stabilità”.

Il Presidente Meloni continua sui seguenti temi: La guerra di invasione russa dell’Ucraina, le cause alla base della migrazione, l’intelligenza artificiale . In merito all’intelligenza artificiale riportiamo i dettagli.

Meloni in merito dichiara “Pensiamo all’intelligenza artificiale. Le applicazioni di questa nuova tecnologia rappresentano sicuramente una grande opportunità in molti campi, ma non possiamo fingere di non comprendere anche gli enormi rischi che porta con sé.
Non sono certa che ci stiamo rendendo conto abbastanza delle implicazioni connesse a uno sviluppo tecnologico che corre molto più velocemente della nostra capacità di governarne gli effetti.

Eravamo abituati a un progresso che aveva come obiettivo ottimizzare le capacità umane, e oggi ci confrontiamo con un progresso che rischia di sostituire le capacità umane. E se in passato questa sostituzione si concentrava sul lavoro fisico, così che gli uomini potessero concentrarsi sui lavori di concetto e di organizzazione, oggi è l’intelletto che rischia di essere soppiantato, con conseguenze che potrebbero essere devastanti, particolarmente nel mercato del lavoro. Sempre più persone non saranno necessarie, in un mondo sempre più dominato dall’ineguaglianza, dalla concentrazione di potere e di ricchezza nelle mani di pochi.

Non è il mondo che vogliamo. E dunque penso che non possiamo commettere l’errore di considerare questo dominio una sorta di “zona franca” senza regole. Servono meccanismi di governance globale che siano capaci di assicurare che queste tecnologie rispettino barriere etiche, che l’evoluzione della tecnologia rimanga al servizio dell’uomo e non viceversa. Serve dare applicazione pratica al concetto di “algoretica”, ovvero dare un’etica agli algoritmi”.

 

 

 

 

 

 

 

 

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