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Le aziende del NordEst non sono ancora pronte alla transizione digitale
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Mancano infrastrutture, competenze e cultura tecnologica. Ma hanno capito che senza il digitale si rischia l’emarginazione in un mercato radicalmente cambiato dal Covid

Aipem, in collaborazione con l’Istituto Quaeris di Treviso, ha realizzato una ricerca intitolata “Quali nuove frontiere per le PMI con il digital marketing al tempo del Covid 19” per conoscere il rapporto con la digitalizzazione delle imprese del Nordest.

“Ne è uscito un quadro d’assieme non proprio positivo – dichiara Paolo Molinaro (nella foto) Ceo di Aipem, agenzia udinese che ha commissionato la ricerca -, ma i numeri emersi suggeriscono anche la possibilità di un percorso: quello che potrebbe dare al comparto produttivo l’opportunità di colmare la distanza accumulata nei confronti di realtà economiche più evolute. C’è molta strada da fare e le aziende dimostrano anche la volontà di intraprenderla. Ma servono strumenti adeguati, infrastrutture, tecnologie, cultura. E uno sforzo comune e condiviso per andare verso un nuovo modello economico nel quale quale il digitale ha un ruolo centrale e propulsivo”.

I risultati della ricerca confermano che va esplorato a fondo lo stato di preparazione delle aziende nel loro rapporto con la transizione digitale perché, se da una parte dodici mesi di Covid hanno trasformato radicalmente i mercato e i modelli di relazione, dall’altra parte le nostre imprese hanno avuto reazioni non uniformi. Il nuovo mercato esige flessibilità, ibridazione, conoscenze tecnologiche digitali. Senza di esse le aziende rischiano l’emarginazione.

Tra i dati significativi si ricorda che l’annullamento del 90% degli eventi e delle fiere ha causato danni importanti al fatturato del 44,5% delle imprese del Nordest, ma  solo il 10,3% di esse crede di avere gli strumenti per trovare modalità alternative per lo sviluppo commerciale.

Il 68,5% degli intervistati dichiara che il virtual marketing può contribuire a sviluppare il loro business, mentre per il 67% esso può consolidare  della reputazione. Maggiore competitività aziendale (20,5%) minori costi commerciali (35,1%) ma soprattuto ampliamento dei mercati (44,3%) e allargamento delle relazioni (48,6%) sono gli effetti positivi che le imprese vedono nello sviluppo del marketing virtuale. Le stessa aziende ripongono molta fiducia nella virtualizzazione di eventi ed incontri (39,5%) mentre per il resto del campione questa fiducia è limitata (46,3%) oppure poca (14,2): segno che ancora latita una consolidata conoscenza delle potenzialità delle tecniche digitali di sviluppo commerciale e relazionale.

Affermazione confermata dalla risposta sulla conoscenza delle tecniche e delle opportunità di virtualizzare le iniziative commerciali: solo il 3,9% delle aziende si dichiara molto preparata, il 42% abbastanza, mentre il 54,1% confessa un grado di preparazione insufficiente o addirittura nullo.

Appare chiara a questo punto una situazione sensibile: le imprese del Nordest sanno che con il digitale potrebbero avere in mano lo strumento adatto ad affrontare un mercato che il Covid ha radicalmente cambiato. Però per mancanza di mezzi, di cultura, o di fiducia, non iniziano il percorso verso la digitalizzazione, restano a guardare attivando una progettualità marginale, insicura.

Eppure, leggendo i risultati della ricerca realizzata da Aipem, le aziende sono consapevoli che virtualizzando gli eventi e le fiere, adottando il live streaming, digitalizzando il marketing potrebbero aumentare il numero delle presentazioni a possibili clienti (68,6%), acquisire nuovi leads (55,5%), sostituire o integrare le fiere (42,2%), sostituire gli incontri con la forza vendita (38%) e sostituire gli eventi (29,2%). Risposte che integrano e valorizzano quelle della domanda successiva sui vantaggi derivati dall’utilizzo del marketing digitale: aumento della cultura digitale aziendale (60%), incremento delle presentazioni dei prodotti e servizi (53,5%), risparmio per l’abolizione dei costi correlati alle trasferte (51,1%), risparmio di tempo ed energie dell’azienda (40,8%).

La ricerca stata realizzata dai tecnici di Quaeris con il metodo CAWI (Computer Assisted Web interview) e ha coinvolto circa 7.000 aziende, organizzate in sei macrocategorie produttive, distribuite in tutto il Nordest.

Per presentarne i risultati l’agenzia udinese ha realizzato un evento in live streaming andato online l’8 aprile e ora disponibile anche on demand. L’evento ha visto alternarsi alla lettura dei risultati Paolo Molinaro, Ceo di Aipem, collegato dalla sede dell’agenzia udinese e Giorgio De Carlo presidente di Quaeris, dalla sede dell’Istituto a Oderzo, e il contributo di alcune aziende modello che hanno adottato soluzioni digitali vincenti.

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