Roaming: la fine di un mal di testa

Una buona notizia per i consumatori digitali, pare.

L’Europarlamento ha dato il via libera alla cancellazione dei costi extra in Europa per le chiamate, gli sms e il traffico dati all’estero a partire da giugno 2017, preceduta da un taglio il 30 aprile 2016. I tetti attualmente in vigore per il roaming nei paesi della Ue saranno quindi rimpiazzati da un extra costo massimo di 2 € cent per gli sms, 5 € cent al minuto per le chiamate e 5 € cent per Mb per il download, a fronte delle tariffe attuali che hanno un tetto rispettivamente a 6, 19 e 20 € cent.

Si arriverà così alla cancellazione del roaming, a conclusione di un percorso ampio e accidentato, che per le Telco comporta una perdita netta di ricavi in un momento critico per i loro risultati economici.

Il timore è che nasca una qualche formula che permetta di far pagare ancora i consumatori. E questo non è del tutto improbabile: il rischio che le disposizioni sulla net neutrality siano vanificate deriva dall’ipotesi che non tutto il traffico Internet sia trattato allo stesso modo e che nascano corsie preferenziali che permetteranno che un contenuto sia scaricato più velocemente di un altro o che un provider possa bloccare o rallentare l’accesso a particolari siti o servizi online.

Peraltro è prevista una clausola di “uso equo” del roaming, per prevenire eventuali abusi da parte di chi utilizzi dall’estero il proprio numero per motivi diversi dal viaggiare.

Per questi casi sono previste clausole di salvaguardia che consentiranno agli operatori di recuperare i costi.

In realtà, secondo alcune fonti le nuove norme hanno numerosi limiti e punti oscuri e gli operatori potranno di fatto abilitare una Internet “a due velocità”, con alcuni servizi favoriti per velocità e condizioni economiche rispetto ad altri, e di fatto bypassare il concetto di libertà della rete.